Muoversi 4 2022
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IL VOTO DI OPINIONE HA PREVALSO SU QUELLO DI APPARTENENZA

IL VOTO DI OPINIONE HA PREVALSO

SU QUELLO DI APPARTENENZA

di Massimiliano Giannocco

Massimiliano Giannocco

Responsabile Rapporti
con Istituzioni ed Enti locali unem

Il risultato emerso dalle elezioni politiche del 25 settembre è chiaro: il centrodestra, coalizione composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, ha vinto su tutto il territorio nazionale, caratterizzando una modifica sostanziale di quella che finora era stata la consolidata morfologia del voto.

In un contesto di forte astensionismo (l’affluenza alle urne è stata pari al 63,9%), il largo successo di Fratelli
d’Italia, passato in poco tempo dal 4,3% nel 2018 al 26% nel 2022, può essere contestualizzato all’interno delle recenti dinamiche di voto, volte a premiare chi ha sempre seduto all’opposizione, anche a discapito degli stessi alleati che hanno sostenuto gli ultimi governi.

Le elezioni degli ultimi anni sono state caratterizzate da un prevalere del voto di opinione rispetto a quello di appartenenza, nonché da una altissima volatilità dei flussi elettorali, come dimostrano i risultati conseguiti dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle rispetto alle precedenti tornate.

Le elezioni degli ultimi anni sono state caratterizzate da un prevalere del voto di opinione rispetto a quello di appartenenza, nonché da una altissima volatilità dei flussi elettorali, come dimostrano i risultati conseguiti dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle rispetto alle precedenti tornate

Ad ogni modo, il distacco del risultato tra una elezione politica e l’altra, sebbene nell’intermezzo si sia assistito a una crescita in occasione delle varie elezioni amministrative e di quelle europee del 2019, è tale da portare Fratelli d’Italia ad affermarsi come il terzo partito nella storia delle elezioni politiche dell’Europa occidentale ad avere conseguito il maggiore incremento elettorale.

Peraltro, l’applicazione del “Rosatellum bis”, a un Parlamento dimezzato nella sua composizione (la Camera è passata da 630 a 400 Deputati, mentre il Senato è passato da 315 a 200 Senatori), ha senz’altro giocato un ruolo chiave. Tuttavia, se questo da un lato ha portato alla perdita di vari deputati e senatori, alcuni dei quali potremmo definire “storici” o con ruoli istituzionali di rilievo, dall’altro ha imposto delle scelte di campo alle forze politiche, come quella premiante di Fratelli d’Italia di candidare persone attive sui territori o quella imposta del Movimento 5 Stelle di candidare volti nuovi (visto il divieto del Movimento di ricandidatura per chi avesse già svolto due mandati legislativi).

Occorre ricordare che il “Rosatellum bis” è un sistema elettorale misto che prevede l’assegnazione del 62,5% dei seggi di Camera e Senato attraverso un sistema proporzionale a liste bloccate e il restante 37,5% con un sistema maggioritario attraverso la designazione di collegi uninominali.

L’applicazione del “Rosatellum bis” a un Parlamento dimezzato nella sua composizione (la Camera è passata da 630 a 400 membri, il Senato da 315 a 200), ha senz’altro giocato un ruolo chiave. Se questo ha portato alla perdita di vari parlamentari, alcuni dei quali potremmo definire “storici”, dall’altro ha imposto delle scelte di campo alle forze politiche

Il risultato elettorale, dato il raggiungimento della maggioranza assoluta in entrambe le Camere da parte del Centrodestra (236 seggi alla Camera e 112 al Senato), dovrebbe garantire governabilità e stabilità politica. D’altronde, la compattezza della coalizione era emersa già nel corso della campagna elettorale, avendo la coalizione presentato, oltre ai programmi distinti, un accordo quadro governativo denominato “Per l’Italia”. Il Centrosinistra, invece, nonostante le intenzioni iniziali del Partito Democratico di creare un “campo largo” capace di coinvolgere tutte le forze progressiste, si è presentato in modo frammentato peraltro con programmi dai contenuti difficilmente conciliabili, specialmente in ambito energetico.  Ne è scaturito un patto elettorale del PD con +Europa, Sinistra italiana e Verdi, mentre il Movimento 5 Stelle e il cosiddetto “terzo polo” rappresentato da Azione e Italia Viva, ispirato dai liberali europei di Renew Europe, si sono presentati autonomamente. Una riflessione merita il rapporto tra le percentuali di voti ottenuti dai partiti e il numero di eletti emerso con particolare riguardo al Centrodestra, un rapporto determinato dalle scelte dei candidati di coalizione in relazione ai meccanismi elettivi di questo sistema elettorale. È evidente che la Lega, nonostante si sia attestata appena sotto il 9% sia alla Camera che al Senato, è riuscita a conquistare 95 parlamentari, vincendo in molti collegi uninominali con propri rappresentanti appoggiati dalla coalizione. Per quanto attiene alla ripartizione territoriale dei voti, il Centrodestra è stato votato in modo omogeneo sul territorio nazionale con una prevalenza nel centro-nord, persino nelle regioni considerate tipicamente “rosse”. Il Partito Democratico, allo stesso tempo, ha visto erodere i voti tanto dal Movimento 5 Stelle quanto da Azione-Italia Viva, lista particolarmente apprezzata peraltro dall’elettorato più giovane.

In questo quadro, il 13 ottobre ha preso il via la XIX Legislatura della Repubblica italiana con la proclamazione dei Parlamentari e l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato, prima di procedere alla formazione dei Gruppi parlamentari. A breve saranno quindi avviate dal Presidente della Repubblica le consultazioni informali al fine di formare il nuovo Governo.

Una corsa contro il tempo, in realtà, considerato l’avvicinarsi del 31 dicembre, termine di approvazione da parte del Parlamento della legge di bilancio, pena l’esercizio provvisorio, ancor più necessaria in questo periodo di grave crisi economica e sociale.