Muoversi 3 2023
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LA RETE CARBURANTI DEVE CAMBIARE

LA RETE CARBURANTI DEVE CAMBIARE

di Massimo Bitonci

Massimo Bitonci

Sottosegretario Ministero delle Imprese e del Made in Italy

A seguire una trascrizione dell’intervento di Massimo Bitonci, Sottosegretario delle Imprese e del Made in Italy, a conclusione della seconda tavola rotonda dedicata al futuro della rete carburanti nell’ambito dell’assemblea unem 2023 tenutasi lo scorso 4 luglio a Roma.

Il decreto-cartello, chiamiamolo così, ha creato ovviamente delle tensioni – c’è poco da nascondere – ma ha avuto un aspetto estremamente positivo e cioè quello di cominciare a lavorare su un tavolo carburanti. Una sfida, una grande sfida. Io sono Sottosegretario da qualche mese e ho trovato una situazione bloccata. Ad esempio, il tema dell’interoperabilità delle banche dati, che non è mai stato completato, fa capire quanto questo settore sia rimasto un po’ in disparte rispetto a quelle che erano le volontà dei governi passati. Il tavolo oggi sta lavorando in maniera positiva e in pochissimi mesi sono stati già ottenuti dei risultati.

Restando al caso delle banche dati, uno dei temi delicati era appunto quello di farle parlare tra loro e lavorando assieme a due eccellenze italiane, Infocamere e Sogei, nel giro di poco tempo abbiamo trovato una soluzione: da ottobre ci sarà la completa interoperabilità tra le varie banche dati, cioè quelle dell’Agenzia delle Dogane, del Mase e del Mimit.

Uno dei temi delicati era quello di far parlare tra loro le diverse banche dati: lavorando assieme a due eccellenze italiane, Infocamere e Sogei, nel giro di poco tempo abbiamo trovato una soluzione. Da ottobre ci sarà la completa interoperabilità tra le varie banche dati, quelle dell'Agenzia delle Dogane, del Mase e del Mimit

Ciò servirà a individuare la famosa lista degli scarti”, ossia quei distributori di carburanti che non figurano da nessuna parte. Una cosa è fare delle verifiche random sul campo per vedere se il distributore opera in maniera corretta, un’altra è avere un dettaglio “telematico” per andare a colpire più nel segno. E non sono pochi, perché da una nostra analisi si tratta di più di 4.000 impianti, quindi un numero estremamente importante. Nelle risoluzioni di cui si sta occupando il Parlamento ci sono molti elementi che stiamo utilizzando per lavorare su quelli che sono gli obiettivi fondamentali del tavolo.

Poi ci sono degli altri temi che sono estremamente delicati. Uno è quello del numero elevato degli impianti in Italia rispetto al resto d’Europa, problema noto da sempre, non è che non si sapesse in passato, tanto che ci sono circa 5.000 impianti che sono in contrasto con le norme del Codice della strada, questa è la realtà. Sono stato Sindaco per tanti anni in due città diverse e capisco la difficoltà di chiudere un punto vendita, perché così facendo magari si va a chiudere l’unico distributore che c’è nel Comune che, al di là del fattore economico, è un servizio per i cittadini. Lo stesso vale in autostrada dove ci sono troppi distributori.

Quale sarà il futuro dei distributori di carburante? Dobbiamo cercare di anticipare i tempi e dare agli operatori la possibilità di riorganizzare il settore. Il mondo cambia e non saranno tra 5, 10, 15 anni gli stessi prodotti ad esser venduti. Penso ai carburanti alternativi e ai biocarburanti che vanno trattati allo stesso livello dell'energia elettrica

Quale sarà allora il futuro dei distributori di carburante? Questa volta dobbiamo cercare di anticipare e dare la possibilità agli operatori di poter dare seguito a quella riorganizzazione che è assolutamente necessaria perché probabilmente fra 5, 10 o 15 anni il mondo sarà cambiato e quindi probabilmente non saranno gli stessi prodotti quelli che verranno venduti. Serve un grande sforzo per individuare quali saranno le sfide future. Penso ai carburanti alternativi che sono un tema soprattutto europeo dove non si capisce perché i biocarburanti non vengano trattati allo stesso livello dell’energia elettrica, sapendo benissimo che è un settore molto importante a livello nazionale. Il fatto che non si pensi alla neutralità tecnologica ma ad imporre un modello è sbagliato dal momento che non sappiamo quali saranno le evoluzioni scientifiche dei prossimi anni e quindi si devono considerare tutti i carburanti, quelli sintetici e i biocarburanti, l’elettrico e tutto quello che serve per arrivare
all’obiettivo.

Tutto questo come si ottiene? Si ottiene con grande impegno da parte degli operatori che, come ha detto il Presidente Murano, per questa rivoluzione tecnologica, perché di questo si tratta, sono pronti a mettere sul piatto 8-9 miliardi di euro. Il Governo sta lavorando molto su questo, con il Ministro Urso facciamo una seduta settimanale dove programmiamo le attività tra cui c’è quella della ristrutturazione del settore di carburanti che, come dico da sempre, non può esserci se non ci sono gli incentivi per la bonifica, perché chi ha fatto l’amministratore come il sottoscritto sa benissimo che nel momento in cui chiudi un impianto devi fare la bonifica, la caratterizzazione e tutto quello che ne consegue. Con gli uffici legislativi del Ministero stiamo cercando di studiare lo strumento, però dobbiamo capire anche la quantificazione, quali possono essere i costi, se operare attraverso una contribuzione diretta o attraverso dei crediti d’imposta. Abbiamo in piedi un disegno di legge delega di riforma del sistema degli incentivi i cui obiettivi rispecchiano tutte le cose che ho sentito nel panel precedente: la transizione 4.0, ricerca e sviluppo, finalmente viene reintrodotta la formazione che era stata espunta dall’inizio di quest’anno, il rafforzamento patrimoniale delle imprese, incentivi automatici, semiautomatici, incentivi che abbiano una certificazione preventiva. Questo l’ho voluto fortemente. Non esiste che l’Agenzia delle Entrate faccia una verifica dopo cinque anni e ti dica che quella non è ricerca e sviluppo, non è digitalizzazione. Allora è giusto che si punti sulle attestazioni, sulle certificazioni preventive e la norma c’è, tutto il sistema incentivante si baserà sul fatto che devi certificarlo prima. Chi lo farà? Lo faranno le università, lo faranno gli esperti e quando c’è una certificazione attestante che quello è un progetto di ricerca e sviluppo l’imprenditore sarà tranquillo.

Altra storia è quella delle autostrade a cui accennavo. Sapete che in autostrada vige il regime concessorio e rimango dell’idea che il tema oil vada separato da quello dei pedaggi.

Affinché un impianto stia in piedi c’è bisogno che ci siano delle entrate che non possono essere solamente quelle derivanti dai carburanti, ma da
tutte le altre attività alternative a
quelle solo oil.

Ultimo aspetto è quella dei nuovi cartelli sui prezzi che entreranno in vigore dal 1° agosto. La circolare è pronta (è stata pubblicata il 6 luglio, ndr) e chiarisce alcuni aspetti delicati, ma stiamo ragionando già sul futuro che sarà la digitalizzazione.

Dopo l’estate avremo un applicativo ad hoc, magari un QR code che questo Governo sta valutando e cercando di portare avanti.