Muoversi 1 2022
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EDITORIALE

EDITORIALE

La realtà comincia a presentare il conto e tutti i dibattiti sulla superiorità di questa o quella tecnologia per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, al punto in cui siamo, mostrano la corda. Non è più tempo di scontro, ma di confronto. Cosa che è mancata sinora e che in molti continuano a rifiutare a prescindere, arroccati nelle loro granitiche certezze.
Eppure, l’arte del dubbio è qualcosa che nei secoli ha appassionato filosofi e letterati, tra cui Jorge Luis Borges, il quale sosteneva che “il dubbio è uno dei nomi
dell’intelligenza”
.

Viviamo un’epoca di estrema semplificazione del linguaggio e, complici i social media, si tende ad affrontare temi estremamente complessi con slogan di facile presa. Ne abbiamo avuto l’ulteriore conferma recentemente con la questione della repentina impennata dei prezzi del gas – e a cascata dell’energia elettrica – che sta avendo un impatto drammatico su imprese e cittadini. Piuttosto che cercare di capire le reali cause di una simile situazione e trovare una soluzione, si è preferito cercare subito un responsabile: per alcuni le troppe rinnovabili, per altri il troppo gas.

È un fatto che le politiche messe in campo per combattere il cambiamento climatico manterranno verosimilmente alti i prezzi dell’energia per un po’ di tempo, come ha detto la scorsa settimana Isabel Schnabel, membro del Consiglio esecutivo della Bce, con impatti inflazionistici sull’economia, come peraltro già accaduto in passato, e quindi sulla sostenibilità sociale della transizione stessa. Come ci ricorda il Presidente Claudio Spinaci nel suo commento di apertura, al tempo alle crisi energetiche si rispose con un approccio coordinato e condiviso che portò, nel 1974, alla nascita dell’Agenzia internazionale per l’energia cui fu affidato il precipuo compito di mettere in piedi un vero e proprio sistema di emergenza – che per quanto riguarda il petrolio sopravvive ancora oggi – che ha garantito all’Occidente decenni di sicurezza energetica.  Oggi la situazione è molto diversa perché, anche se la Commissione europea ha provato a mettere a punto una “toolbox” contro i rincari dell’energia, ogni Paese ha preso una direzione diversa e nessuno sa cosa fare concretamente per risolvere un problema congiunturale che rischia seriamente di divenire strutturale, come ci spiega il Prof. Alberto Clô nel suo commento e di cui parla Aurelio Regina che in Confindustria si occupa di energia.

Per evitarlo è essenziale superare la logica della contrapposizione tra fonti energetiche valorizzando il contributo potenziale di ciascuna. Cosa che ha provato a fare il “Manifesto Lavoro-Energia” di Confindustria Energia, che il Premier Mario Draghi ha definito “un esempio da seguire in tanti altri campi”, di cui ci parlano il Presidente Giuseppe Ricci nella sua intervista e quanti in qualche modo hanno contribuito alla sua stesura.

Ormai dovrebbe essere maturata la consapevolezza dei rischi che si corrono nel ridurre il dibattito sulla transizione ad uno scontro tra fazioni. Oggi l’occasione l’abbiamo, sta a tutti noi coglierla.

Buona lettura 

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TRIMESTRALE DI UNIONE ENERGIE PER LA MOBILITÀ
ANNO 2022 N. 1 GENNAIO / FEBBRAIO
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