Muoversi 2 2021
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MENO CONTANTE VUOL DIRE PIÙ SICUREZZA SUI PUNTI VENDITA

MENO CONTANTE VUOL DIRE PIÙ SICUREZZA SUI PUNTI VENDITA

intervista a Vittorio Rizzi


Vittorio Rizzi

Vice-capo Polizia di

Stato - Direttore

Centrale Anticrimine

La rete di distribuzione dei carburanti è esposta più di altre attività a furti e rapine ed uno dei motivi è la presenza di molto contante. Dagli ultimi dati del Rapporto Ossif sembra però che negli ultimi anni ci sia stato un miglioramento della situazione. Che bilancio si sente di fare?

Il Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria ha l’obiettivo primario di analizzare la distribuzione dei reati predatori, come definiamo i furti e le rapine, ai danni dei singoli comparti esposti al rischio. Un monitoraggio trasversale dei rischi di rapina e furto, pur nella difficoltà di far dialogare fonti informative autonome e non coordinate, è il primo e fondamentale passo per la costruzione di un linguaggio e di una base conoscitiva comune.

Il fenomeno benché sia stato parzialmente arginato nel tempo, grazie anche ad una efficace e incisiva attività di contrasto delle Forze di Polizia e della Magistratura, di recente ha registrato una nuova recrudescenza, che ha interessato, nello specifico, alcune particolari aree del territorio nazionale

Per quanto riguarda la rete di distribuzione dei carburanti, grazie alla rinnovata ed intensificata attività con unem, è emerso negli anni un progressivo calo delle rapine e il numero degli attacchi a scopo di furto agli accettatori di banconote (cd. OPT Outdoor Payment Terminal) presso le stazioni di carburante.

Il fenomeno benché sia stato parzialmente arginato nel tempo, grazie anche ad una efficace e incisiva attività di contrasto delle Forze di Polizia e della Magistratura, di recente ha registrato una nuova recrudescenza, che ha interessato, nello specifico, alcune particolari aree del territorio nazionale. Nell’ambito dei lavori del Comitato Tecnico Permanente sulla Criminalità Predatoria, di fatto un tavolo di lavoro finalizzato a rafforzare il rapporto di collaborazione tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e soggetti privati come l’ABI e altri operatori come appunto unem, sono stati rilevati recenti attacchi, prevalentemente nel nord, nord-est d’Italia. Da dicembre  scorso ad oggi, sono stati infatti registrati diversi attacchi, nelle Province di Brescia, Udine, Ferrara, Bologna, Modena, Venezia, Rovigo e Treviso.

Gli attacchi ai distributori di carburanti mettono a rischio sia i gestori che i consumatori. Ci sono iniziative di privati e associazioni a sostegno dell’attività delle forze di Polizia che possono arginare il fenomeno e fino a che punto queste iniziative possono aiutare?

È importante sottolineare come queste attività criminali possano mettere  a rischio la pubblica incolumità, provocare l’interruzione di servizi pubblici e avere possibili conseguenze anche sulle matrici ambientali (acqua e sottosuolo) qualora l’azione criminale provochi anche fuoriuscite di combustibile.

I frequenti furti di contante attraverso attacchi agli accettatori di banconote sono da ricondurre all’alta appetibilità degli stessi, dovuta alla loro operatività h24, alla localizzazione periferica o in aree isolate con ampie fasce orarie non presidiate (in particolare nei giorni festivi), all’alta redditività per singolo attacco con disponibilità immediata di contante anonimo.

La modalità più ricorrente prevede l’asportazione dell’OPT mediante l’uso di macchine operatrici industriali e/o scavatori, anch’esse rubate verosimilmente in aree industriali o cantieri limitrofi agli impianti colpiti. Queste macchine vengono utilizzate come un ariete per “sfondare” ostacoli o per “sradicare” le colonnine accettatrici di denaro, costituendo un serio ed allarmante pericolo. Anche Jeep o Suv di grandi dimensioni talvolta sono stati impiegati a scopo di “sfondamento” ovvero per la fuga.

Vien da sé che ogni iniziativa di collaborazione per analizzare il fenomeno criminale consente di mettere a fuoco le migliori strategie di prevenzione e di contrasto.

Queste misure sono un ottimo deterrente, ma tra queste rientra anche la minore disponibilità di contanti presso l’impianto. Un sempre più elevato utilizzo dei pagamenti cashless, fino ad eliminare completamente i pagamenti in contante, potrebbe essere un fattore determinante ai fini del successo. L’unem, ad esempio, sta incentivando l’attuazione del proprio “Progetto zero contanti”

Cosa si può fare di più?

I furti ai danni degli impianti di distribuzione di carburanti avvengono prevalentemente in orario notturno, con modalità come detto talvolta molto “aggressive” che mettono seriamente a repentaglio l’incolumità dell’esercente/gestore, ove presente o successivamente intervenuto, e della clientela. Tali atti causano danni ingenti alle strutture del punto vendita, che spesso superano in termini economici l’importo del contante sottratto, determinando l’interruzione del servizio alla clientela per lungo tempo, prima del relativo ripristino. Ciò contribuisce ad incidere negativamente sul livello di percezione della sicurezza, in particolare, per gli addetti alle stazioni di servizio, per gli automobilisti e per la popolazione residente.

Il modo migliore è, pertanto, studiare, monitorare ed analizzare questi fenomeni per tentare di soffocarli ed arginarli, mettendo a frutto la migliore   e più preziosa collaborazione a livello centrale con le categorie economiche interessate, con la finalità di fornire delle linee di indirizzo operative alle attività territoriali di prevenzione e contrasto da parte di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.

La presenza di denaro contante nelle stazioni di servizio costituisce un incentivo ad agire per le bande criminali. Fino a che punto può aiutare la digitalizzazione dei pagamenti?

È chiaro che le bande criminali organizzano e portano a segno questi attacchi proprio perché fortemente attratti dalla possibilità di trovare importanti somme di denaro contante. Non sempre però gli attacchi sono redditizi, da una parte perché le somme all’interno delle colonnine accettatrici di contante possono essere modeste e, dall’altra, perché l’azione criminale può essere interrotta  dal le forze dell’ordine prima che i delinquenti riescano a concluderla.

Molto importanti sono le misure di sicurezza “passive” predisposte dagli esercenti l’attività di rivendita, per scoraggiare gli attacchi: rinforzo delle strutture degli impianti, macchiatori di banconote, fumogeni, potenziamento dei sistemi di allarme in impianti automatizzati e così via). Queste misure sono un ottimo deterrente, ma tra queste rientra anche la minore disponibilità di contanti presso l’impianto.

Un sempre più elevato utilizzo dei pagamenti cashless, fino ad eliminare completamente i pagamenti in contante, potrebbe essere un  fattore determinante ai fini del successo. L’unem, ad esempio, sta incentivando l’attuazione del proprio “Progetto zero contanti”.

In ambito europeo il fenomeno dei furti agli accettatori di banconote è praticamente inesistente. Gli impian ti sono generalmente aperti h24 e il pagamento avviene post rifornimento all’interno di uno shop con un ricorso praticamente nullo all’uso del contante.

Ciò dovrebbe confermare come la digitalizzazione dei pagamenti sia con ogni probabilità la strada corretta da perseguire anche in Italia.

Quanto è importante la collaborazione pubblico-privato?

Nel 2019 si è registrato un crollo degli attacchi. Tale risultato è imputabile ad una serie di fattori, prima tra tutte la Circolare Dipartimento Pubblica Sicurezza Direzione Centrale Polizia Criminale del luglio 2019 “Prevenzione e contrasto dei reati in danno degli impianti di distribuzione di carburanti”, a cui ne sono seguite altre, che ha fornito informazioni dettagliate al territorio sul fenomeno degli attacchi ai punti vendita e ha consentito di rafforzare la collaborazione con le Prefetture nelle aree geografiche più colpite per contrastare il fenomeno, anche attraverso la partecipazione diretta di unem  ai Comitati per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Sono inoltre  state  avvia te iniziative di formazione congiunta pubblico/privato volta a  promuovere la “sicurezza partecipata” mettendo a disposizione il patrimonio informativo disponibile in termini di monitoraggio eventi e di modalità, purtroppo interrotte a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Insomma, ogni forma di sinergia informativa tra pubblico e privato va incentivata, amplificata e migliorata nel tempo, perché solo con la comunione di intenti si può sperare di arginare il fenomeno in argomento.