Muoversi 3 2021
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LE IMPRESE SONO IL CUORE DELLA TRANSIZIONE

LE IMPRESE SONO IL CUORE DELLA TRANSIZIONE

proponiamo una sintesi dell’intervento di Aurelio Regina


Aurelio Regina

Delegato per l'energia del

Presidente

di Confindustria

Siamo davanti a uno dei più grandi progetti di trasformazione che la storia ricordi, davvero una trasformazione epocale. L’Europa si è data degli obiettivi molto ambiziosi – qualcuno dice forse irrealizzabili nei tempi previsti – che richiedono uno sforzo complessivo da parte di tutti i soggetti coinvolti, tanto più dopo un blocco dell’economia e un calo del PIL come quello che abbiamo sperimentato con la pandemia.  Miliardi di persone dovranno cambiare le loro abitudini, perché tecnologie ed economie possono evolvere, ma se non saremo seguiti in questo sforzo anche da cittadini e utenti dei servizi sarà difficile raggiungere gli obiettivi. Qualunque trasformazione deve quindi essere realistica, tenere presente le tecnologie disponibili, lavorare su più fronti. Faccio un esempio: si parla tanto di vetture elettriche, pochi pe-rò si chiedono con quale elettricità alimentiamo queste vetture – e ricordo che in Italia ci sono ancora 8 centrali a carbone che soprattutto nei momenti di picco vengono richiamate in servizio. La transizione richiede sforzi che vanno messi in sequenza, coerenti e graduali nel tempo, perché la regolamentazione garantisca un ambiente più pulito, cittadini più consapevoli e industrie sane. Le industrie italiane sono davvero convinte che l’obiettivo sia complesso ma realisticamente raggiungibile: 558 mila imprese si sono poste il problema di assumere una risorsa orientata al green, una grandissima mobilitazione.

Stiamo lavorando con tutte le nostre associazioni di categoria per mappare le filiere industriali, perché è sbagliato finanziare in maniera irragionevole una filiera delle rinnovabili con un ammontare che alla fine del ciclo sarà superiore a quello del PNRR – si avvicinerà ai 250-300 miliardi – senza creare nessuna filiera industriale. Non abbiamo neanche una fabbrica di pannelli e siamo alla vigilia di un nuovo ciclo di investimenti ancora più massiccio senza un’industria di riferimento. Ricordo, a proposito di impatti economici, che l’obiettivo 2030 per il nostro Paese lo abbiamo stimato in oltre 600 miliardi e il PNRR ne destina 40, quindi la gran parte di questi investimenti è a carico delle imprese private italiane. L’idea che il pubblico stia finanziando questa transizione è del tutto irrealistica. E anche in Europa gli investimenti necessari complessivi per il 2030, solo per arrivare al -55% di emissioni, sono stimati tra i 3500 e i 4000 miliardi di cui solo 1000 sono pubblici, tutto il resto è privato.

Siamo nel pieno di una tempesta perfetta, e credo che la principale regola del gioco affinché tutti questi prodotti relativi possano svilupparsi e dare il loro contributo al processo complessivo, alla decarbonizzazione, è il perseguimento della neutralità tecnologica

In questi giorni noi stiamo assistendo a un aumento del prezzo dell’energia elettrica, in termini di accelerazione, senza precedenti. La commodity elettrica nell’ultimo trimestre è aumentata del 200% rispetto allo stesso periodo del 2019 per una combinazione di fattori: un caldo estivo molto forte; un prezzo del gas in salita; le aste ETS che hanno fatto sbalzare il costo a tonnellata, sulla base delle aspettative relative alla determinazione che la Commissione Europea sta per preparare in questi giorni. Il combinato di tutto questo è un prezzo dell’Elettricità che sta volando oltre i €110 MW/h che le imprese stanno percependo in una maniera netta perché ci sono settori della nostra industria manifatturiera che hanno nella componente commodity il 30% dei costi, quindi, fatto 100, il prezzo dell’energia determina se un’azienda sta in piedi o non sta in piedi.

Il meccanismo che abbiamo creato in tutti questi anni scarica sulla bolletta elettrica gran parte degli investimenti. Siamo nel pieno di una tempesta perfetta, e credo che la principale regola del gioco affinché tutti questi prodotti relativi possano svilupparsi e dare il loro contributo al processo complessivo, alla decarbonizzazione, è il perseguimento della neutralità tecnologica. Il mercato deve essere il luogo che definisce le migliori tecnologie a disposizione, e l’esperienza accumulata dal downstream è fondamentale per aiutarci a transitare nella nuova dimensione.