Muoversi 4 2023
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RASSEGNA STAMPA

Presentiamo una rassegna stampa sull’attualità delle ultime settimane.

15 settembre 2023, Diego Longhin

Benzina sopra i due euro al self ma il governo è diviso sugli aiuti

La corsa dei prezzi dei carburanti non si ferma, mentre il governo, che aveva annunciato provvedimenti urgenti, è diviso su come affrontare l’emergenza tra bonus benzina, dedicato alle fasce più deboli, e accisa mobile, che garantirebbe uno sconto trasversale superata una certa soglia di prezzo.

In molte pompe di benzina fai da te, ancora di salvezza per gli automobilisti, si è ormai toccata la quota di 2 euro al litro. Un tetto che in modalità servito si è già superato da tempo. Corsa che non si arresterà facilmente. A dirlo è Gianni Murano, il numero uno di Unem, l’associazione che l’aggruppa le società petrolifere: «II picco deve ancora arrivare. Nel 2023 c’è stata una ripresa globale della domanda con una media di 102 milioni di barili al giorno, più del periodo pre-Covid». Ad agosto, come spesso accade nel mese delle ferie, c’era stata una vampata dei prezzi di benzina e diesel. Il balzo in avanti è l’effetto dalla scelta dell’0pec+, l’associazione dei Paesi produttori che ha come azionisti di maggioranza Arabia Saudita e Russia, di prorogare il taglio della produzione del petrolio fino alla fine dell’anno. «Il prezzo del Brent è salito di 17 dollari nel giro di due mesi – dice Murano – superando i 90 dollari al barile. È un dato alto».

19 settembre 2023, Paolo Baroni

Benzina record

Il prezzo della benzina in modalità self-service ha sfondato ancora una volta la soglia psicologica dei 2 euro al litro ed anche il prezzo del gasolio è al massimo del 2023. Per la benzina, invece, siamo ai massimi dal 15 luglio 2022, quando però era in vigore il taglio dell’accisa di 30 centesimi. Mentre lo Stato incassa miliardi di euro in più sotto forma di accise e di Iva, la situazione per gli automobilisti, le famiglie, e piccole imprese inizia a farsi davvero pesante.

Le ragioni di questi aumenti? Essenzialmente la scarsità di prodotto, fenomeno non nuovo che secondo fonti dei petrolieri dell’Unem da inizio luglio ad oggi sui mercati internazionali ha comportato un aumento di 290 dollari alla tonnellata del prezzo industriale del gasolio (24 centesimi di euro in più al litro) e di 190 dollari la tonnellata per la benzina (+14/15 cent al litro). In ltalia i prezzi industriali dei prodotti petroliferi in questi tre mesi sono cresciuti, ma un po’ meno (+18 cent al litro il gasolio, +12 la benzina) tanto che il cosiddetto stacco con il resto d’Europa vede i nostri prezzi 3-7 cent più bassi.

20 settembre 2023, Fausta Chiesa

Benzina sopra i 2 euro al litro? Ecco perché i rialzi non sono finiti (e la colpa è dell’Opec

La benzina che supera quota 2 euro anche sulla rete stradale ordinaria, con il prezzo medio nazionale arrivato a 2,03 euro. Il gasolio a 1,938 euro ai massimi del 2023. E il Brent verso i 95 dollari al barile. Da quando a inizio luglio è stato eletto presidente dell’Unem, che rappresenta la filiera della raffinazione, della logistica e della distribuzione di prodotti petroliferi e low carbon, Gianni Murano si è trovato nel bel mezzo dei rincari dei carburanti. Le quotazioni del greggio sono previste in ulteriore crescita.

Che cosa ci aspetta?

«Posto che i rincari alla pompa sono dovuto all’aumento delle quotazioni internazionali e che i prezzi industriali (al netto delle accise, ndr) sono tra i più bassi d’Europa perché in Italia abbiamo ancora una grande capacità di raffinazione, lo scenario da qui a fine anno è quello di un’offerta di petrolio contenuta e di una domanda in crescita e quindi di prezzi in ulteriore crescita, a meno che la Cina non rallenti. L’Opec+ ha tagliato la produzione e messo in difficoltà la raffinazione. In aggiunta ci sono le sanzioni al greggio russo, che solo per il gasolio a livello europeo incidono per circa 600.000 b/g».

Sul fronte della distribuzione che cosa si può fare per far scendere i prezzi, soprattutto in autostrada dove sono più cari?

«In autostrada si paga di più perché i distributori hanno costi più alti e pagano le royalties al concessionario, mentre i ricavi si sono ridotti visto che l’erogato è diminuito di quasi il 70% negli ultimi 15 anni. Si potrebbe cambiare il regime concessorio, per esempio ripensando come calcolare le royalties e affidando anche il food all’operatore oil, con un’unica concessione per aumentare il giro d’affari. Ma serve anche ridurre il numero di distributori, e non solo in autostrada. La riforma del settore è sul tavolo dei ministri Adolfo Urso e Gilberto Pichetto Fratin che hanno elaborato una proposta di legge, che però non è stata pubblicata e non ne conosciamo il contenuto».

Ha detto che in Italia i prezzi industriali sono tra i più bassi d’Europa grazie alla capacità di raffinazione. Quali sono le prospettive?

«In Italia abbiamo undici raffinerie e due bio-raffinerie. Negli ultimi dieci anni abbiamo chiuso o trasformate cinque raffinerie, un processo che non è finito perché è in atto il passaggio ai biocarburanti. La raffinazione è un’industria di eccellenza nazionale e questo ci garantisce perché non dobbiamo importare troppi prodotti. Abbiamo una capacità di raffinazione di 87,2 milioni di tonnellate all’anno (dato 2022) a fronte di consumi interni attorno ai 58 milioni di tonnellate. Esportiamo per 28 milioni di tonnellate. La sfida ora è quella di salvaguardare la catena di valore e al tempo stesso riconvertire, mantenendo la capacità per soddisfare la domanda e dare spazio ai bio-carburanti».

Quanti investimenti farà il settore e per fare cosa?

«Abbiamo previsto 8-9 miliardi di euro di investimenti addizionali per la trasformazione dell’intera filiera, per potenziare la capacità produttiva dei biocarburanti avanzati e i recycled carbon fuels, per lo sviluppo dell’idrogeno verde e degli e-fuels. Ma questo si può fare se c’è disponibilità economica da parte delle aziende e le tasse sugli extra-profitti hanno assorbito 2,8 miliardi».

A proposito di biocarburanti, alcuni leader del G20, tra cui Giorgia Meloni, hanno lanciato l’Alleanza globale sui biocarburanti. L’Unione Europea al momento ha escluso i bio-fuel per autotrazione dal 2035.

«Bruxelles al momento considera i bio-carburanti per uso marittimo e aeronautico, ma noi sosteniamo che per la transizione sia necessario usare il criterio della neutralità tecnologica e non rinunciare al motore a combustione interna. Il governo italiano ne è ben consapevole, il G7 ha approvato utilizzo dei bio-carburanti e siamo fiduciosi che anche la Ue possa rivedere la sua decisione e includerli».

1 ottobre 2023, Simon Cantarini

Sale ancora il prezzo della benzina. «La Ue deve affrontare il cartello Opec»

In Italia e in molti altri paesi europei non accennano a diminuire i prezzi dei carburanti. Quali sono le ragioni tecniche e geopolitiche alla base dei rincari? Tempi ne ha parlato con l’ingegner Gianni Murano, presidente di Unione energie per la mobilità (Unem), associazione di categoria che riunisce e rappresenta le principali aziende che operano in Italia nell’ambito della lavorazione, della logistica e della distribuzione dei prodotti petroliferi.

Il caro carburanti è un argomento che accompagna ormai da mesi il dibattito politico non solo in Italia, ma anche in Europa. Cosa sta accadendo sui mercati internazionali?

C’è preoccupazione per la tenuta dell’offerta di petrolio, che si sta restringendo per i tagli volontari alla produzione di Arabia Saudita e Russia – prorogati fino alla fine dell’anno per un totale di 1,3 milioni barili di petrolio al giorno, che si vanno a sommare a quelli decisi in precedenza dall’Opec Plus. Non dimentichiamo poi che abbiamo una guerra alle porte dell’Europa, che ha imposto sanzioni alla Russia. In questo contesto, il recente annuncio dello stop alle esportazioni della Russia ha generato un altro aumento dei prezzi dei prodotti finiti. Siamo quindi in un momento di significativa volatilità e incertezza in cui anche solo gli annunci possono far scattare fenomeni speculativi e aumenti nei prezzi sui mercati.

A livello italiano quanto pesa il sistema fiscale nella formazione del prezzo?

Attualmente, sulla benzina la componente fiscale pesa per il 55% (contro una media Uè del 51 %), mentre sul gasolio per ¡I 50% (contro una media Ue del 46%). Volendo fare una classifica, sulla benzina siamo al terzo posto (dietro a Finlandia e Olanda), mentre sul gasolio siamo primi. Al netto delle tasse, ¡I nostro prezzo industriale è mediamente inferiore di 3,5 centesimi rispetto all’area Euro. È evidente che ogni categoria di consumatore è penalizzato da prezzi troppo alti e tra questi c’è anche la raffinazione che usa il petrolio come materia prima ed è dunque danneggiata da repentine oscillazioni del prezzo che si traducono in maggiori oneri finanziari (risk pricing). Diciamo che a guadagnarci sono soprattutto i paesi produttori.

12 ottobre 2023, Luciano Capone

Cattivi fornitori

Ieri il Qatar, uno dei principali sostenitori e finanziatori di Hamas ha firmato con la Francia uno dei più importanti accordi commerciali: QatarEnergy, il colosso energetico dell’emirato, fornirà fino a 3,5 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto all’anno per i prossimi 27 anni a Total Energies, la principale società energetica francese questo accordo di lungo termine rafforza il regno di al Thani come protagonista del mercato globale del gas e come fornitore chiave dell’Ue.

Non va meglio con l’Algeria, l’altro paese che ha dato una grossa mano a sostituire tramite il gasdotto Transmed la chiusura del flusso da Mosca: Algeri, mentre ancora era in corso il massacro dei terroristi di Hamas e la conta delle vittime e dei sequestrati israeliani, ha immediatamente espresso “piena solidarietà per il popolo palestinese”.

La situazione è complicata non solo per l’Europa, ma anche per un grande paese produttore di fonti fossili come gli Stati Uniti. Proprio in questi giorni Washington sta discutendo con il Venezuela per un ulteriore allentamento delle sanzioni che consenta ad un’altra compagnia petrolifera dopo Chevron di rilanciare l’estrazione del greggio. In realtà l’occhio dell’amministrazione Biden è sulle elezioni presidenziali e sul prezzo del petrolio troppo elevato che può far vincere Trump. Allo stesso scopo Biden ha riallacciato con il principe Mohammed bin Salam.

Dopo le sanzioni a Russia, Iran e Venezuela non ci sono molte alternative, è difficile per l’occidente, e per l’Europa ancora di più, avere una politica estera ed energetica moralmente lineare. Purtroppo, è necessario, fra i tanti regimi autocratici fornitori di energia, scegliere tra i “cattivi” in base alla priorità della loro minaccia alla nostra sicurezza e alla stabilità internazionale. L’Europa non può tagliare i rapporti con tutti perché non può essere indipendente, ma potrà affermare tanto più i propri valori quanto meno sarà dipendente.

12 ottobre 2023, Celestina Dominelli

Rigassificatori, a Piombino attesi 22 carichi per l’inverno

L’ultima nave, la terza dopo quella di prova a luglio e l’altra sbarcata ai primi di ottobre, è giunta al porto di Piombino, dove è ormeggiato il rigassificatore di Snam, nella notte tra martedì e mercoledì scorso: è la Global Star, arrivata dagli Usa con il suo carico di metri cubi di gas naturale liquefatto. Ma l’elenco degli arrivi per i prossimi mesi nella prima delle due Fsru (unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione), acquistate dal gruppo guidato da Stefano Venier su mandato del governo, è lungo. «Dai primi ottobre e fino a dicembre – spiega al Sole 24 Ore l’ad di Snam, Stefano Venier – sono stati prenotati 12 slot e nei primi tre mesi del 2024 ne avremo altri 10, per un totale di 22 carichi in tutto l’inverno, ai quali ne seguiranno altrettanti durante la primavera-estate e così avverrà per i prossimi 20 anni». Numeri che confermano la strategicità dell’opera. «Attraverso le aste della scorsa primavera – prosegue Venier- abbiamo venduto percentuali di capacità pari al 100% degli slot di quest’anno (fino a settembre), il 95% per i prossimi due anni e l’87% per i successivi 17 anni. E questo aiuta a capire l’importanza e la necessità di questa nave rigassificatrice che, con quella di Ravenna, è essenziale per la diversificazione delle fonti decisa nell’ambito della strategia di sicurezza energetica peri il Paese, varata lo scorso anno».