Muoversi 4 2023
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UNA SITUAZIONE DESTINATA A COMPLICARSI

UNA SITUAZIONE DESTINATA A COMPLICARSI

di Mario Lavia

Un leader di governo dovrebbe sempre prevedere il peggio, o almeno l’incresparsi del mare davanti a sé: e forse è questo sinora l’errore vero di Giorgia Meloni, cioè aver creduto che vincendo le elezioni avrebbe poi governato in una situazione relativamente tranquilla e lontano dalla tempesta. Invece, un po’ per suoi errori un po’ per sua sfortuna, sulla testa del governo si è vi via addensata una massa considerevole di nuvole non deflagrate ancora in temporale ma che certamente non inducono all’ottimismo. Dall’aggravamento inaudito della situazione internazionale, che la strage di Hamas ha reso ancora più incerta, fino alle difficoltà dell’economia nazionale, il compito del governo Meloni non è certo facile. E se ad un quadro oggettivamente difficile si aggiungono limiti ed errori soggettivi, ecco che Giorgia Meloni fa più fatica di quanto prevedesse. Il problema è che la sua reazione alle difficoltà potrebbe non essere quella giusta: eccessi di ottimismo non funzionano. Ciò vale in particolare per l’energia che resta uno dei temi più critici da affrontare in vista dell’inverno e alla luce delle sempre più tesa situazione geopolitica. Nell’ultimo anno molto è stato fatto per provare a mettere in sicurezza il Paese, soprattutto dal lato delle forniture di gas, ma potrebbe non bastare e innescare nuove fiammate dei prezzi. L’eccesso di ottimismo è un errore che i governanti fanno spesso: è, invece, sempre meglio fare un discorso di verità, spiegare esattamente cosa si può fare e cosa non si può fare e caso mai appellarsi ai cittadini e anche all’opposizione (che per sua colpa resta invece sullo sfondo della scena politica), perché una verità sgradevole alla fine è sempre meglio di una bugia demagogica che alla fine si scopre.

Giorgia Meloni sta svolgendo, un grosso lavoro in campo internazionale ma sinora questo non ha prodotto granché, come si vede dalla sostanziale inerzia europea sul fronte dell’immigrazione dove nulla è cambiato. Quanto all’economia la premier e il suo ministro Giorgetti sembrano scoprire adesso che in cassa non ci sono soldi. La situazione non è facile, e non è detto che altri al posto di Meloni saprebbero far meglio. Ma questa non può essere una giustificazione per chi è al governo.
La presidente del Consiglio, va detto, finora è stata molto capace a tenere unita la sua maggioranza, malgrado gli strappi dei suoi alleati. Ma l’avvicinarsi delle elezioni europee è destinato a provocare una competition rischiosa. La situazione è in assoluto movimento a seguito della terribile nuova crisi internazionale dopo l’attacco terroristico di Hamas ad Israele. La presidente del Consiglio non ha avuto tentennamenti nel collocare l’Italia dalla parte degli aggrediti, come aveva fatto dall’inizio schierandosi sull’invasione dell’Ucraina, rinsaldando così l’asse atlantico sulla scia del governo Draghi. E questo va a suo merito, ma nessuno sa dire quali saranno le conseguenze immediate e di prospettiva della nuova crisi internazionale sull’economia del pianeta: anche se il governo già da adesso mette in conto che la situazione è destinata a complicarsi.